Mentre arrivano i primi disagi per la nuova ondata di maltempo che sta attraversando l’Italia, …
Negli ultimi decenni, nella nostra Morcone come altrove, per motivi di vita che si configurano come una qualità residenziale con più spazio non recuperabile nel centro urbano storicamente inteso, abbiamo assistito a fenomeni di redistribuzione residenziale che hanno contribuito a definire schemi di crescita abitativa alternativi a quelli tradizionali. Con il depauperamento delle aree centrali, si è determinata in realtà una espansione disordinata, scarsamente controllata, rapida negli insediamenti suburbani secondo logiche spesso speculative, con un consumo del territorio e problemi di sostenibilità ambientale, unitamente alla necessità di un elevato numero di spostamenti con l’uso dell’automobile. Come immediata ripercussione si è registrata la tendenza inevitabile alla dispersione urbana con perdita del senso di comunità e una difficoltosa fruibilità della viabilità tradizionale. Basti pensare all’arteria principale del nostro paese (Via Roma), la cui carreggiata, immaginata agli inizi del secolo scorso idonea a sopportare il traffico dei carretti dell’epoca e delle prime automobili, è ancora oggi rimasta inalterata nonostante le moltiplicate esigenze di mobilità attuali. Il processo della deconcentrazione della popolazione si è interfacciato altresì con un evidente dispersione delle attività produttive, sono sorti così nuovi conflitti legati all’occupazione del suolo, conflitti economici, conflitti per l’accesso ai servizi.
Nel tentativo di aver voluto solamente accennare alla definizione degli schemi di crescita suburbana e alle ripercussioni di tutto ciò sulla fruibilità quotidiana del centro storico si evidenziano, quindi, le difficoltà dovute soprattutto all’utilizzo della rete urbana del centro del tutto inidonea alle nuove necessità di vita e di interazione nella stessa. (L’ultimo ripensamento in proposito è stato intorno alla metà del secolo scorso del compianto Sindaco dell’epoca dott. Tommaso Lombardi).
Si rende necessario un moderno sistema di rigenerazione urbana che guardi lontano, che sappia gestire la complessità derivata dalla globalizzazione con soluzioni che non approdino alla univocità, ma all’accordo come sintesi positiva nell’interesse della comunità, in cui il Cittadino dia la più ampia disponibilità a essere non solo il consumatore ma partecipe consapevole di una “Nuova città quotidiana aperta e vivibile per il nuovo mondo“. La grande sfida per il futuro, a mio avviso, si colloca in questi termini: mantenere i centri storici nelle loro caratteristiche distintive e al tempo renderli fruibili attraverso una viabilità che promuova efficaci forme di rigenerazione rispondenti alle moderne necessità di possibili nuovi flussi di residenti, non ultimi i movimenti migratori su scala internazionale e locale.
Queste considerazioni, confortate dalla lettura di approfondite relazioni stilate sui possibili nuovi assetti urbani da parte di riconosciuti studiosi internazionali, anche se generali, mi sono sembrate necessarie, nella speranza di svilire le animosità, a volte incontrollate, che si sono manifestate in questi ultimi giorni e spingere le menti verso una pacata, disinteressata riflessione alla soluzione dei problemi quand’anche si presentino in corso d’opera, per una migliore qualità della vita futura.
Consentitemi di cogliere l’occasione per augurare a tutti i Concittadini gli Auguri più affettuosi di serenità per il Santo Natale e di prosperità per l’Anno Nuovo.
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