Impianti eolici e falde acquifere: una relazione pericolosa in ambienti carsici come la Montagna di Morcone

Foto DOLINA 14/01/2018

Due geologi sanniti, incaricati da un gruppo di cittadini morconesi, hanno portato a termine, da tempo, l’incarico di verificare le interferenze dell’impianto eolico autorizzato dalla Regione Campania, con Decreto dirigenziale n.999/2014, con le falde acquifere sotterranee della montagna di Morcone.

Con una “ nota alla Procura, i professionisti hanno rilevato una significativa difformità tra il progetto definitivo approvato, in cui si escluderebbero interferenze tra l’impianto e la falda (che si ipotizza molto profonda) e il progetto esecutivo presentato al Genio Civile di Benevento dalla srl, che invece prevederebbe nelle stratigrafie «presenza di falda tra i 16 e i 27 metri». Secondo i rilievi dei due geologi la distanza della pala “MR13” sarebbe nel raggio di 200 metri dalla località a sud di Ripa Malaportelle denominata “Piscina”, interessata dalla presenza di acqua sorgiva dall’area della dolina.”

«Nel progetto la presenza di questa risorgiva non viene affatto rilevata né viene evidenziata l’area carsica».

Foto DOLINA 16/02/2018

Sarebbero proprio le condizioni tipiche degli ambienti carsici, in cui l’acqua percorre le fratturazioni di una complessissima rete nelle rocce calcaree, a rendere particolarmente delicata la questione delle interazioni tra l’impianto e la falda.

«Le attività di escavazione e trivellazione necessarie alla realizzazione delle fondazioni profonde possono creare fratturazioni artificiali che, intercettando la falda, possono causarne l’abbassamento o, nella peggiore delle ipotesi, compromettere l’esistenza di sorgenti più a valle. L’episodio che si è verificato tre giorni fa con l’intorbidimento della sorgente “Grotte” di Pontelandolfo, che ha lasciato 9 comuni senza acqua potabile, testimonia l’estrema fragilità e vulnerabilità dell’ambiente carsico». 

Foto DOLINA dell’11/02/2017

Secondo gli studi dei tecnici, avvalorati da studi di enti di ricerca, sono presenti nell’area circa 80 sorgenti, con portate complessive stimate in circa 15 milioni di metri cubi all’anno. Tra paesi soggetti a continue interruzioni idriche. «E allora com’è possibile – chiedono ancora i geologi, questa volta alla Regione – che alle Conferenze di Servizi dedicate al processo autorizzativo del progetto non sia stato inviato a partecipare l’ATO 1, competente per tutte le opere da realizzare nei settori idrici dell’ambito territoriale?».

fonte bmagazine.it

 

Ma a chi stiamo aspettando per salvaguardare le nostre sorgenti vitali per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi in quest’area? Cosa giustifica la scarsa reattività della procura e dell’amministrazione locale dopo la denuncia dei geologi finalizzata proprio alla tutela delle sorgenti della montagna di morcone?

 

 

 

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