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La senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo, ha presentato oggi una interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, in merito alla realizzazione dell’impianto di messa in riserva, trattamento e recupero rifiuti non pericolosi per la produzione di compostaggio, presso la zona PIP di Sassinoro, autorizzata dalla Regione Campania, lo scorso 8 marzo, con Decreto Dirigenziale n.5.
“Diversi rappresentanti delle istituzioni locali, provinciali e regionali – scrive in premessa – si sono espressi negativamente riguardo alla realizzazione del suddetto impianto, analogamente alle popolazioni del territorio del Sannio, costituitesi sotto forma di Comitati, che hanno manifestato la loro piena contrarietà, sollevando le numerose irregolarità amministrative, le anomalie e le criticità ambientali riguardanti la realizzazione dell’impianto”.
“In particolare, – prosegue – sono state rilevate: l’assenza della valutazione di incidenza; l’illegittimità dell’esclusione del progetto dalla Valutazione d’Impatto Ambientale, posto che le intese, i pareri e i nulla osta sarebbero stati rilasciati dal Comune di Sassinoro e dalla Provincia di Benevento per altra istanza (A.U.A. – Autorizzazione Unica Ambientale) e scorrettamente trasmessi dalla Ditta New Vision srl; criticità ambientali considerato che l’impianto ricade nella fascia di protezione dei corridoi ecologici del fiume Tammaro, in violazione delle Norme di Attuazione del PTCP; criticità tecniche dell’impianto le cui dimensioni e disposizione sono estremamente limitate da non permettere un ottimale processo lavorativo di 22.000 tonnellate/a e lo stoccaggio di 6.000 tonnellate/a”.
“Occorre precisare – spiega – che la Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’AUA ha avuto inizio il 5 ottobre 2017, mentre la New Vision srl risulta aver trasmesso i pareri necessari all’esame della pratica il 5 aprile 2017. Risulta, infatti, accertato che la Commissione VIA ha esaminato la documentazione prodotta dalla New Vision srl non attinente al progetto in esame; giova, inoltre, evidenziare che l’AUA sarebbe stata rilasciata senza considerare le distanze minime dal corridoio ecologico – come previsto dal Piano territoriale provinciale – e dalle distanze dalle abitazioni – come previsto dal punto 3.1.2. “Vincoli da considerare”, delle Linee guida per la progettazione, la costruzione e la gestione degli impianti di compostaggio e stabilizzazione emanate dalla Regione Campania”.
“Per i suddetti motivi, – prosegue – l’impianto rappresenta un grosso rischio per l’ambiente considerato, altresì, che ricade nel territorio facente parte del Parco del Matese, è a una distanza inferiore a 300 metri dalle falde acquifere, è ubicato a monte dell’invaso di Campolattaro e il territorio è già stato individuato nel Piano Regionale per i rifiuti, con la designazione di un impianto di compostaggio regionale sito in Calsaduni; la Valle del Tammaro e la parte del Sannio a confine tra le Regioni Campania e Molise, è un’area interessata alla perimetrazione dell’istituendo Parco Nazionale del Matese, ai sensi di quanto stabilito dall’articolo 1, comma 1116, della legge 27 dicembre 2017, n.205 (legge di bilancio 2018) e per tale motivo bisogna evitare l’insediamento di impianti impattanti di produzione di energia eolica e/o discariche di rifiuti, che stravolgerebbero i tratti paesaggistici e naturalistici, pregiudicando le vocazioni di sviluppo agricole, turistiche, zootecniche e commerciali”.
“Chiedo, pertanto, di sapere – conclude – se il ministro non intenda disporre gli opportuni accertamenti in ordine a quanto esposto in premessa, al fine di individuare le eventuali responsabilità; se non ritenga di adottare provvedimenti finalizzati a garantire un più elevato livello di tutela delle acque del Massiccio del Matese che alimentano laghi, invasi e dighe, da alterazioni geomorfologiche connesse alla realizzazione di impianti impattanti su un territorio carsico molto fragile; se non ritenga di adottare provvedimenti per garantire la selettività degli impianti industriali, produttivi e di trattamento dei rifiuti nei bacini imbriferi che alimentano i laghi campani e in particolare il lago di Morcone-Campolattaro, per salvaguardarne la salubrità e impedirne la contaminazione”.
fonte realtasannita.it
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