Sono passate poco più di due settimane da quando in una uggiosa mattina autunnale le fiamme avvolsero velocemente un’abitazione al …
Da un paio di giorni è riapparsa una trivella sulla montagna di Morcone.
Questa volta, però, si tratta di una trivella ben più grande di quelle a cui ci hanno abituato i manovratori eolici.
Probabilmente si è pronti a palificare la nostra montagna avendo, forse, ricevuto le dovute autorizzazioni.
Il “forse” è dovero in quanto, chi si batte da anni contro questa devastazione immane, sa benissimo che L’AUTORIZZAZIONE UNICA, rilasciata con Decreto Dirigenziale n. 999 del 31/10/2014, E’ DECADUTA il 27/05/2017, così come previsto al punto 9 di detta AU in cui si prescrive che “i lavori eolici (…) devono avere inizio entro un anno (entro il 27/05/2017) a decorrere dal momento in cui il provvedimento di autorizzazione è divenuto inoppugnabile (27/05/2016) anche a seguito della definizione di eventuali ricorsi in sede giurisdizionale ed essere ultimati entro tre anni dall’inizio dei lavori stessi, PENA LA DECADENZA DELL’AUTORIZZAZIONE(…)”.
Per capirci, se un permesso di costruire di una casa è scaduto il 27/05/2017, si possono iniziare i relativi lavori, se non con un nuovo permesso di costruire scaturito da nuova progettazione?
E questo lo sa bene anche la ditta dei lavori eolici, visto che, a sostegno delle sue doglianze, nell’ambito del ricorso al TAR Campania n. 45/2017 relativo all’impugnazione del decreto dirigenziale n. 51/2016, attesta che l’autorizzazione è divenuta inoppugnabile il 27/05/2016 in quanto “il procedimento giustiziale” instaurato con ricorso straordinario al Capo dello Stato dal Comitato civico “Tutela e salvaguardia del territorio della montagna di Morcone” si concludeva con il D.P.R. 27/05/2016, che ha rigettato il ricorso”.
Nel caso in cui tutti ci sbagliassimo e, quindi, l’AU fosse valida, sembrerebbe, poi, che non fossero state rispettate del tutto le svariate prescrizioni in essa previste.
In primis, la mancata regolamentazione del Piano di Assestamento Forestale (PAF), ancora non vigente, e basilare in un territorio come quello della Montagna di Morcone, gravato da usi civici (prescrizione 7.7 dell’AU).
Ed anche questo la ditta eolica ne è al corrente come tutti gli attivisti che sono stati coinvolti nel sequestro del cantiere del 14/02/2017, dissequestrato, poi, a solo un mese di distanza.
Nel frattempo, siamo venuti a conoscenza di ricorsi al TAR in cui, “apparentemente”, il nostro Comune sembrava avesse intenzione di bloccare l’avanzata eolica eccependo alle ditte eoliche che i lavori non erano iniziati in tempo debito, ossia entro un anno dalla data in cui il decreto autorizzativo è diventato inoppugnabile (entro il 27/05/2017?).
Anche qui, sottolineare un simile comportamento è d’obbligo in quanto l’operato dell’Amministrazione sembra alquanto contraddittorio. Da una parte ha potere di generale controllo territoriale per vincere ricorsi contro le ditte eoliche e, dall’altra, non si registrano, con lo stesso potere e nei fatti, interventi di rilievo sul posto da parte degli organi di controllo territoriale, se non per dissipare gli attivisti in presidio permanente.
A chiarirci le idee su quello che sta accadendo sulla nostra montagna, non ci viene in aiuto neanche il cartello di cantiere affisso in località Cautorello verso la fine dello scorso novembre.
Ancora oggi, infatti, in esso non sembrano essere riportati tutti i dati previsti per legge, come, ad esempio, la data di inizio lavori.
Perché queste gravi dimenticanze? Dove sono le autorità che, in genere, controllano i semplici cittadini?
Così, ci ritroviamo una montagna che è diventata un cantiere a cielo aperto, con reti arancioni che delimitano enormi squarci territoriali e diversi mezzi, in funzione da mesi, in quella che era la zona più ricca di risorse della nostra terra.
Eh sì, stiamo parlando del Matese, zona risaputamente stracolma di acque fresche e cristalline, ma che, allo stato attuale, sembrerebbero non essere state adeguatamente considerate e degne di tutela.
E’ per questo motivo che, agli inizi di giugno 2017, il Comitato della Montagna di Morcone, accorgendosi che l’ATO Calore Irpino 1 non ha partecipato alle conferenze di servizi dalle quali è scaturita l’AU, avvisa l’ente in questione di questa immane progettazione che interessa una vasta area della nostra terra ricca di preziose risorse idriche per la sopravvivenza umana.
A sostegno di questa estrema azione di tutela territoriale, il 16 settembre 2017, un gruppo di persone in presidio permanente sulla Montagna di Morcone, preoccupato per la troppa vicinanza delle trivellazioni ad alcune fontane, ed in assenza ancora di valutazione e parere ATO (sia pure post autorizzazione), decide di denunciare i fatti a svariati enti, incluso il nostro Comune, la Forestale e la Procura.
Le stesse persone decidono di incaricare, in seguito, una società di professionisti qualificati per assicurare alla nostra comunità la salvaguardia dell’ACQUA della Montagna di Morcone.
A qualcuno sembrerebbe che l’intervento di detti tecnici, in questa fase di lavori avanzata, sia tardivo. Lo sarebbe solo se tutti fossimo certi, ad oggi, della regolarità di quello che sta accadendo sulla nostra montagna, dove, oltre agli attivisti in presidio permanente, non è ancora intervenuto un organo competente ed opportunamente deputato a controllare, come per legge, in modo tale che sia data a noi cittadini doverosa garanzia di tutela territoriale.
Solo così potremmo dissipare tutti i dubbi che attanagliano, da anni, chi crede fermamente che quel territorio non andava proprio individuato per progettazioni simili.
Naturalmente confidiamo sempre in quella giustizia lenta ed inesorabile, adita, più volte, dagli attivisti antieolici.
Intanto, sappiate che i lavori eolici sulla Montagna di Morcone proseguono indisturbati nel silenzio assordante delle istituzioni.
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