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L’iter legislativo per la creazione del Parco Nazionale del Matese è considerato da molti un passo avanti verso una nuova visione del territorio e delle molteplici opportunità che un Parco Nazionale può offrire. Per arrivare al traguardo si sta lavorando da più parti, sia dal versante campano del Matese che da quello molisano. Alcuni comuni hanno già deliberato, altri hanno deliberato con “distinguo” altri ancora solo parzialmente lasciando fuori, strumentalmente, le aree su cui sono stati già approvati o sono in fase di approvazione installazioni di impianti eolici.
Ed è questa la limitazione culturale degli amministratori che vedono più possibilità di sviluppo devastando il territorio, accontentandosi di pochi spiccioli che elargiscono i padroni dell’eolico trasformando terreni, pascoli e boschi in centrali industriali a loro uso e consumo. E non vedere, invece, le potenzialità infinite di far parte di un parco nazionale che determinerebbe finalmente una decisa e definitiva idea di sviluppo delle aree montane.
I comuni della provincia di Benevento che fanno già parte del Parco Regionale del Matese, oltre a Faicchio e San Lorenzello interamente nel Parco Regionale, anche Cerreto Sannita, Pietraroja e Cusano Mutri che fanno parte del parco solo parzialmente lasciando fuori i territori più pregiati sotto il profilo naturalistico ed ambientale.
Cerreto sannita entra per una parte infinitesimale che va da Prece Lautala ad uno spicchio del Monte Cigno oltre a tutto il centro abitato fino alla “Tinta” lasciando fuori dai cinfini del Parco Regionale tutta la parte che va dalla Leonessa a Monte Coppe fino alla Parata Ungaro. Aree di una bellezza smisurata e già vincolate ai fini paesaggistici dalla Legge 42/2004.
Poi c’è Cusano Mutri che lascia fuori Parco Regionale tutta la parte della sinistra idrografica del Torrente Titerno mentre Pietraroja lascia fuori addirittura una parte del Monte Muschiaturo, i Mastramici, le Pagliarelle ecc.
Morcone ha deliberato, ma lasciando fuori Parco le aree che ha destinato all’installazione degli impianti eolici; San Lupo è parimenti intenzionato ad aderire ma lasciando fuori parco le aree destinate all’eolico.
E’ evidente che il problema che si pone nel delimitare i confini del costituendo Parco Nazionale del Matese è quello di lasciare alla discrezionalità dei singoli consigli comunali, che ragionano ognuno secondo la propria impostazione culturale, valutando le proprie opportunità politiche ed economiche che più gli aggrada senza andare ad analizzare le ricadute di sviluppo a lungo termine che un Parco Nazionale può offrire. Noi pensiamo che un Parco Nazionale debba rispondere a delle esigenze di carattere collettivo di area vasta e non ragionando in termini campanilistici limitati ai confini politici comunali. L’istituzione di un Parco Naturalistico Nazionale dovrebbe superare certe limitazioni date dai singoli consiglieri comunali che spesso non hanno quella sensibilità e preparazione culturale ed ambientale adeguata a poter decidere del futuro di un territorio che è delimitato da confini naturali e non politici.
I confini del costituendo Parco Nazionale del Matese, sia il versante campano che quello molisano, è già stato disegnato dalla storia ed è quello del territorio del Sannio Storico che fu dei Sanniti Pentri. Noi, già nel novembre 2016, abbiamo già presentato una nostra proposta alla Comunità Montana del Titerno-Alto Tammaro affinché si facesse promotrice, presso i comuni facenti parte della Comunità Montana, di deliberare in tal senso. Cosa che è stata fatta e a cui alcuni comuni hanno già aderito.
Il Fronte Sannita difesa della Montagna, tra i soggetti fortemente interessati alla creazione del Parco, auspica che i comuni di Cerreto Sannita, Pietraroja e Cusano Mutri portino in Consiglio Comunale la proposta di inserimento di tutto il territorio comunale nel Parco Nazionale del Matese e che tutti gli altri comuni, ora fuori Parco, facciano analoga delibera.
“Il nostro intento – sottolineano i responsabili dell’associazione – è che quelle aree da noi proposte entrino nel Parco Nazionale poiché riteniamo che attraverso questa nuova designazione si possa effettivamente tutelare l’ambiente e dare quell’impulso alle attività agricole-pastorali, all’artigianato ed ai prodotti tipici che possa permettere alle popolazioni Sannite di risollevarsi e riprendere quelle attività del Sannio Storico”.
fonte ilquaderno.it
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